IN PROVENZA SULLE TRACCE DI VAN GOGH
Il periodo che Vincent Van Gogh trascorse
in Provenza, fu il più proficuo e felice della sua breve vita e fu, per lui, una
grande fonte di ispirazione.
Andare in Provenza a ripercorrere i passi del pittore, vedere i luoghi dove lui ha soggiornato, i campi di girasole, le vie di Arles nei quali la sera gironzolava, annusare il profumo intenso della lavanda, dei fiori e delle campagne fuori città, è stato molto emozionante. Van Gogh è sicuramente uno dei più grandi artisti del diciannovesimo secolo e i suoi quadri intensi, carichi di colore, di pennellate vigorose, sono noti non solo agli appassionati di arte ma sono entrati nell’immaginario collettivo della nostra cultura.
Campi di girasoli in Provenza |
Nella città di Arles è stato realizzato un
circuito per seguire le orme di Van Gogh, scovare i luoghi dove ha soggiornato
e dove si è fermato a dipingere e in prossimità di essi sono stati posizionati
pannelli con rappresentati i quadri, in modo che il turista possa vedere e
riconoscere le vedute e gli edifici che l’artista olandese ha immortalato e
reso celebri.
Van Gogh si trasferì in Provenza alla
ricerca della luce. Era il 1888 quando l’artista decise di andare a vivere e
lavorare al sud della Francia, dopo un periodo trascorso a Parigi insieme
all’amato fratello Theo, uno dei suoi pochissimi punti di riferimento durante
la sua tormentata vita. Proprio grazie alla corrispondenza tra Vincent e il
fratello abbiamo testimonianze dei suoi pensieri, dei suoi progressi nella
pittura, delle sue crisi e dei conflitti interiori.
In Provenza trovò i frutteti in fiore, gli uliveti,
una natura rigogliosa, una luce calda e colori accessi, ben diversi da quelli
del nord Europa dove aveva vissuto fino ad allora.
“La tavolozza di oggi è assolutamente colorata: celeste, arancione, rosa, vermiglio, giallo vivissimo, verde chiaro, il rosso trasparente del vino, violetto. Ma, pur giocando con tutti questi colori, si finisce con il creare la calma, l'armonia.”
(Arles aprile 1888 lettera alla sorella Wilhelmina)
Nei primi mesi di permanenza ad Arles dipinse il Ponte di Langlois, che si trovava su un canale sul confine con la cittadina di Port-de-Bouc, e del quale ne è stata fatta una ricostruzione nel 1988 nella periferia di Arles e prende il nome Ponte Van Gogh. Come di molti quadri, Van Gogh, dipinse diverse versioni conservate in vari musei o in collezioni private.
Il ponte di Langlois marzo 1888 |
Ponte Van Gogh ricostruzione del ponte di Langlois |
Nel maggio 1888 Vincent si stabilì in una casa dipinta di giallo a due piani, al n.2 di place Lamartine in pieno sole e davanti ad una piccola piazza e la dipinse in una celebre tela ora conservata al Van Gogh Museum di Amsterdam. La casa andò distrutta durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale ma poco è cambiato del contesto e andando sul luogo è ancora possibile immaginarsi com’era quando ci viveva Van Gogh.
La Casa Gialla settembre 1888 |
Durante l’estate del 1888 passò intere
giornate a dipingere, in modo febbrile e senza sosta: campi durante la
mietitura, i seminatori, covoni di grano, paesaggi nei quali predomina il
giallo e i colori dorati dei tramonti. Poi il mare e la spiaggia a
Saintes-Maries-de-la-Mer, dove ogni cosa gli ricorda il suo Paese d’origine,
l’Olanda, ma dove la luce e il blu sono decisamente più intensi e dove il
colore prende il sopravvento nella visione del pittore.
Anche le notti ispirarono molto il
visionario artista nel periodo più intenso e produttivo della sua vita.
“la vista delle stelle mi fa sempre sognare, come pure mi fanno pensare i puntini neri che rappresentano sulle carte geografiche città e villaggi. Perché, mi dico, i punti luminosi del firmamento ci dovrebbero essere meno accessibili dei punti neri della carta della Francia?”
(Arlès luglio 1888 lettera al fratello Theo)
Notte stellata sul Rodano 1888 |
Terrazza del caffè sulla piazza del Forum settembre 1888 |
I locali di Arles ispirano anche il celebre
Caffè di notte, nel quale un’umanità stanca e confusa è rappresentata
attraverso il colore e le terribili passioni umane diventano rosse e verde.
“Mio caro Theo ho appena consegnato alla
posta lo schizzo del nuovo quadro, Caffè di notte (…) ho cercato di
esprimere l’idea che il caffè è un posto dove ci si può rovinare, diventar
pazzi , commettere dei crimini. Inoltre ho cercato di esprimere la potenza
tenebrosa quasi di un mattatoio, con dei contrasti tra il rosa tenero e il
rosso sangue e feccia di vino tra il verdino Luigi XV e il Veronese, con i
verdi gialli e i verdi blu intensi, tutto ciò in un’atmosfera di una fornace
infernale di zolfo pallido.” (Arles 10 settembre 1888 lettera al fratello
Theo).
I caffè sono stati alcuni dei luoghi più rappresentati degli impressionisti francesi, i loro avventori, la varia umanità e i tormenti interiori dati, la maggior parte delle volte, dall’uso di assenzio. Vincent però è maggiormente interessato alla resa pittorica del contesto e all’uso simbolico del colore, piuttosto che allo studio introspettivo dei personaggi.
Il caffè di notte settembre 1888 |
Della casa gialla dipinse anche tre
versioni della stanza: una conservata al Museo Van Gogh di
Amsterdam che ha colori più intensi in cui domina il giallo, una
seconda versione, esposta all'Art Institute di Chicago, nella quale i colori
sono invece più tenui e il letto appare più scuro e una terza versione che
Vincent regalò alla sorella ed è ora esposto al Museo d'Orsay di Parigi.
“Ieri ho lavorato ad ammobiliare la casa (...) allora ho fatto così: ho acquistato un letto in noce e un altro in legno bianco, che sarà il mio e che più tardi dipingerò. La stanza dove sarai tu, o che sarà di Gauguin, se verrà, avrà sui muri bianchi una decorazione di grandi girasoli gialli. (...) poi vedrai quei grandi quadri con dei mazzi di dodici di quattordici girasoli ammucchiati in questo piccolo spogliatoio, con un letto grazioso, e con tutto il resto elegante. Non dovrebbe essere banale.”
(Arles 10 settembre 1888 lettera al fratello Theo)
Camera da letto ottobre 1888
In Provenza Vincent trovò molta ispirazione e produsse innumerevoli quadri, riuscì a fare amicizie e tentò, senza buon esito, di iniziare una collaborazione con Paul Gauguin per realizzare una comunità di artisti. Il 24 ottobre 1888 scriveva al fratello “Mio caro Theo (…) Come avrai saputo dal mio telegramma Gauguin è arrivato in buona salute. Mi sembra persino che stia meglio di me. (…) come uomo è molto interessante, e ho la massima fiducia che insieme faremo molte cose. E’ probabile che qui produca molto, e spero di farlo anche io. (…)” . E’ il momento in cui Van Gogh vorrebbe realizzare uno studio di arte collettivo, ma il sogno naufraga per incompatibilità di carattere e la forte delusione lo porta alla mutilazione dell’orecchio. Ne segue una fase di profondo sgomento che culmina in un ricovero all’ospedale cittadino in Place Docteur Felix Rey, trasformato oggi nell’Espace Van Gogh e rimasto praticamente intatto da allora. Il cortile interno è stato ritratto dall’artista con minuzia di dettagli e oggi l’edificio è un centro culturale con biblioteca, un caffè ristorante, alcuni negozi ed è soprattutto meta di turisti perché uno dei luoghi in cui il pittore trascorse un periodo tormentato durante le sue crisi, probabilmente di natura epilettica.
Giardini dell'ospedale ad Arles marzo 1889 |
Alcuni mesi dopo il ricovero ad Arles, Van
Gogh, nel maggio 1989, acconsentì d essere ricoverato nell’ospedale
psichiatrico di Saint Paul-de-Mausole a Saint-Rémy-de-Provence.
L’ospedale esiste ancora ed è possibile visitare una ricostruzione della stanza che ospitò Van Gogh e osservare il giardino che lui vedeva durante la permanenza in clinica. Nel complesso si trova anche una chiesa romanica e un bellissimo chiostro e, al di là di un alto muro, sono ancora ricoverati i malati mentali come ai tempi di Van Gogh.
Monastero Saint-Paul de Mausole
a Saint-Rémy-de-Provence |
In questa struttura Vincent trova inizialmente
la calma “Mio caro Theo, (…) Volevo dirti che credo di aver fatto bene a venire
qui, innanzi tutto perché vedendo la realtà dei pazzi o dei vari squilibrati di
questo serraglio mi passa il timore vago, la paura della cosa in se stessa. E
poco alla volta posso arrivare a considerare la follia una malattia come
un'altra. Poi, da quello che immagino, il cambiamento mi fa bene. Per quello
che so il dottore di qui è incline a considerare ciò che ho avuto come un
attacco di natura epilettica. Ma non ho chiesto di più.” (Saint-Rémy 9 maggio
1889 lettera al fratello Theo).
Durante il soggiorno nella clinica dipinse anche all’aperto, concentrandosi sempre sulla natura, sugli iris del giardino, sui cipressi in particolare che rappresenta con pennellate decise e cariche di colore, con vortici concentrici che sembrano far vibrare gli alberi verso l’alto, verso il cielo azzurro sopra di lui. Durante il soggiorno a Saint-Rémy-de-Provence, Van Gogh alterna periodi di crisi a periodi di intensa e vibrante attività pittorica e riesce a superare la solitudine dell’isolamento, della lontananza dagli affetti, attraverso il lavoro. Nei quadri di questo periodo le pennellate si sono fatte rapide, sinuose, i tratti sono spessi, materici, espressione di un turbinìo di sentimenti ed emozioni di un artista visionario ed inquieto.
Campo di grano con cipressi settembre 1889
Durante il mio viaggio in Provenza ho
potuto ammirare l’arte di Van Gogh anche in modo originale nel suggestivo
scenario delle Carrières des Lumières: una cava di bauxite riconvertita
a grande palcoscenico nel quale vengono proiettati spettacoli multimediali di
grande impatto e coinvolgimento per lo spettatore. Centinaia di videoproiettori
riproducono sulle fredde pareti di roccia i quadri degli artisti che ogni anno
cambiano, con una musica di sottofondo. È come camminare dentro i quadri dei
pittori per una visione a 360° dell’arte. Un modo contemporaneo ed
entusiasmante di fruire dell’arte e di portarla al grande pubblico e ai più
giovani.
Purtroppo Vincent Van Gogh non ebbe
riconoscimenti durante la sua esistenza, fu considerato troppo eccentrico e
instabile a causa dei suoi problemi di salute, e la sua arte raggiunse la
gloria solo anni dopo la sua morte, facendolo entrare nell’Olimpo dei pittori
più famosi di tutta la storia e consacrandolo come un genio folle ma
altrettanto creativo ed emozionante.
a r murt d mamt nan ste quello ca stog a crchew joj
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